[#Lumbroso] assistiamo con un ritmo impressionante ad azioni violente e mortali agite su animali indifesi. La lista è diventata molto lunga e rappresenta un segnale di forte disagio psichico dell’autore o degli autori di questi atti malsani e pericolosi per tutti gli esseri viventi. Nei manuali di psicologia criminale un intero capitolo è dedicato allo studio di queste azioni compiute sugli animali da malati di mente non riconosciuti tali. Si sottolinea che questi segnali di violenza hanno sempre un’evoluzione in peggio e possono coinvolgere oltre che animali anche bambini, donne, anziani e clochard. Le cronache sono una testimonianza inoppugnabile di tali misfatti ma poi vengono dimenticate. Perché? Perché a tali gesti non segue mai un’azione giudiziaria, un processo pubblico e una condanna esemplare del criminale, senza sconti di pena o riti abbreviati. Facciamo riferimento al D.L. che chiede la modifica delle Legge 189/04 sulle pene riconducibili ai reati contro gli animali e l’ambiente. Tale D.L. è chiuso in uno dei tanti cassetti del Parlamento, superato da tutte le altre querelle dei politici eletti in questa legislatura negativa per ambiente e animali. Così si assiste all’ennesimo animalicidio non vendicato perché i responsabili non sono rintracciabili e perché le forze dell’ordine non hanno collaborato. Eppure il grande Cesare Lumbroso con la teoria del delinquente nato, secondo la quale i criminali erano riconoscibili per anomalie somatiche o costituzionali, tipiche del delinquente avrebbe trovato molto riscontro in questa attualità. Cosa resta?
Ora resta solo l’ennesimo animalicidio da condannare senza colpevoli in galera: il gatto Caracas, morto violentemente con dolore.
Che la terra ti sia lieve Caracas…
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