AnimalAid Italia

Bracconaggio

Il cadavere dell’orsa F36 è riemerso dal bosco e racconta che il povero animale è stato ucciso da un colpo di fucile. Dicasi bracconaggio visto che la caccia all’orso in Italia non è consentita e gli orsi sono protetti dalla Legge 157/92 e sono bene indisponibile dello Stato Italiano. Ma ci troviamo in trentino dove, se il TAR blocca le soppressioni, la PAT risolve con i bracconieri che di giorno indossano divise e di notte le mimetiche! La povera F36 nel luglio del 2023 aveva seguito due escursionisti nel comune di Sella Giudicarie. Questo il suo reato! Il ritrovamento del corpo senza vita dell’orsa a poca distanza da un appostamento da caccia indirizzava subito le indagini verso quattro cacciatori, i cui cellulari e le denunce di uscita caccia confermavano la loro presenza in quella zona proprio il 24 settembre 2023, data della morte dell’orsa. La necroscopia sul corpo dell’orsa, testimonia che è stata uccisa da persone in grado di maneggiare un’arma da fuoco, visto che sono stati lesi proprio gli organi vitali. Inoltre i quattro hanno rasato l’orsa e rimosso il proiettile così da rendere impossibile l’identificazione dell’arma. Tuttavia sebbene questo sia stato un reato, un animalicidio, la Procura di Trento ha chiesto l’archiviazione del caso! C’è del marcio in trentino, questa ormai è un’evidenza innegabile.

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Cattiveria!

i chirotteri, chiamati anche pipistrelli, sono gli unici mammiferi volanti, innocui per l’uomo ma ottimi cacciatori d’insetti, in particolare di zanzare. Si nutrono di notte e durante il dì riposano nella classica posa a testa in giù. Scelgono luoghi freschi e appartati, poiché sono animali timidi e schivi. La loro conservazione è importante per tutto l’ecosistema dove vivono perché regolano la presenza degli insetti dannosi. Tuttavia l’ignoranza produce danni irreparabili perché in un paese delle Marche, Esanatoglia, una colonia di chirotteri, sembra desse fastidio ai residenti di una abitazione tanto che, per eliminarli, li hanno imprigionati nella cantina che avevano scelto come tana, impedendo loro di volare via dalla finestra, tramite una fitta rete e determinando così la loro morte lenta e dolorosa per fame.

Tale azione è stata denunciata perché questi animali sono protetti da apposite Convenzioni come quelle di Berna e di Bonn, da Direttive Europee per la conservazione degli habitat e delle specie minacciate di estinzione, nonché dalla Legge nazionale n. 157/92 che identifica i chirotteri come specie “particolarmente protetta”Che dire? Auguriamo ai responsabili di questa voluta distruzione di essere l’oggetto del desiderio di uno sciame di zanzare tigre per il resto della loro vita! Il Karma.#Marche #Esanatoglia #distruzione #morte #colonia #chirotteri #animali #animal #AnimalAidItalia

Velocità

E’ stata ancora la velocità e il mancato rispetto dei limiti di percorrenza della ex Superstrada del Liri, il luogo di morte di un orso abruzzese.

L’animale è stato investito e in un primo momento si è rifugiato un’ area fitta di rovi e vegetazione, ma evidentemente il trauma era molto profondo e l’animale è deceduto.

Torna alla memoria il ricordo di Juan Carrito, ucciso sempre nello stesso modo e ancora una volta ci si chiede perché nella tutela di questi orsi, che sono una specie a rischio estinzione, non si costruiscano i ponti faunistici o ecodotti all’interno dei parchi o riserve naturali, che permetterebbero agli animali selvatici di spostarsi senza cadere nelle trappole delle strade, superstrade e autostrade.

E’ bene ricordare che è sempre la strada che attraversa il bosco e non l’opposto!

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Paradossi

Mentre il triste trentino è la terra tossica per i nostri orsi, che non sopravvivono, sebbene tutelati da Leggi e Normative, l’Italia si dimostra un paese incapace e superficiale nella gestione di tutta la fauna selvatica.

Questa è la storia dell’orso Kuma, trovato a Gorizia quando era ancora un cucciolo in una zona vicino al bosco, sulla cima di un albero, dove, terrorizzato, si era arrampicato. Forse la mamma lo aveva abbandonato, oppure era deceduta.

Le sue condizioni di salute erano apparse molto critiche e, le visite veterinarie evidenziarono una patologia renale congenita, aggravata da una infezione in corso.

Nel 2022 è stato prima accolto nel Centro Faunistico di Terranova, poi accolto nel giardino zoologico della Capitale chiamato Bioparco e da qui, in questi giorni, trasferito al centro di recupero per orsi di Bad Füssing in Baviera.

A quest’orso non è stata data nessuna possibilità di rientrare in natura, perché gli etologi hanno stabilito che dovrà passare il resto della sua vita in una prigione dorata!

Leggiamo che l’orso si troverà benissimo in questo nuovo parco, in quanto è molto grande e avrà la possibilità di relazionarsi con i suoi simili. Una vita sociale a metà…

Invece noi pensiamo che non bisogna mai dare nulla per scontato e molto spesso è accaduto che gli animali hanno saputo sorprenderci e ci sorprenderanno ancora con le loro scelte e le loro reazioni. Ma intanto Kuma è un libero prigioniero…

Triste dover constatare che la fauna selvatica in questo paese conta meno del nulla!

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Free Paul Watson

Il 13 agosto dalle ore 11:00 alle ore 13:00 le Associazioni firmatarie del documento inviato al Console Danese  Anders Carsten Damsgaard, si riuniranno sotto la sede dell’Ambasciata Danese a Roma per sostenere la liberazione dell’attivista Paul Watson, detenuto presso l’istituto di pena in Danimarca con un mandato di cattura internazionale per aver impedito la caccia alle balene. Questo attivista che ha compiuto 72 anni, rischia l’estradizione presso il Giappone dove è stato condannato alla pena detentiva di 15 anni, e la decisione finale dovrà essere assunta dal Governo danese. Ma se il Governo giapponese rivendica il diritto di pesca dei mammiferi marini il mondo dell’attivismo rivendica il diritto di difendere questi animali e l’intera biodiversità al grido di Free Paul Watson

Dolosità e Inadempienze

Riceviamo e pubblichiamo una segnalazione sull’evento verificatosi il 31 luglio c.a. presso il parco Riserva Naturale di Monte Mario a Roma:

“L’incendio presso la Riserva Naturale di Monte Mario ha una causa dolosa attribuibile ad un accampamento abusivo dove gli occupanti stavano usando fiamme per la cottura di cibo.

La Legge 394/91 art. 11.[Regolamento del parco], vieta ogni forma di attendamento presso le aree riconosciute come riserve naturali nonché l’accensione di fuochi; eppure, nonostante le numerose e continue segnalazioni, inviate alle Autorità preposte alla vigilanza della Riserva Naturale di Monte Mario, si rileva che nessuna iniziativa di controllo e verifica sono seguite all’allarme lanciato. Invece si è osservato un aumento del degrado delle aree della Riserva, con accumulo di rifiuti e attendamenti illegali distribuiti in molte zone interne alla Riserva. Il rischio di danneggiamenti e/o incendi con il tempo è diventato iperbolico e le Autorità preposte dell’Ente gestore alla tutela della Legge in vigore sono rimaste indifferenti. Oggi si contano i danni di questo incendio doloso: un patrimonio inestimabile di piante andate arse, molti animali deceduti per il fumo e per le fiamme, la biodiversità devastata, una Riserva naturale frequentata dai cittadini che non potrà più fornire ossigeno e contatto con la natura per tempi lunghissimi.”

Un bene indisponibile distrutto!